Storia del Paranormale

ufo_a07gNell’antichità

Esempi di Fenomeni Paranormali si hanno fin dall’antichità, mai, però, è stato effettuato uno studio su di essi fino all’avvento dello Spiritismo.
Fin dalla preistoria l’uomo ha creduto all’esistenza di Spiriti e alla possibilità di evocarli. L’aspirazione alle cose dello spirito da parte dell’uomo portò alla nascita delle religioni, ma anche il desiderio di poter creare un rapporto con la divinità e le entità spirituali contribuirono alla nascita di riti magici in grado di soddisfarlo. Innumerevoli sono le testimonianze e le opere del passato che descrivono contatti tra il mondo materiale e quello ultraterreno. Si possono citare sia la Bibbia che il capolavoro omerico Odissea che il poema sumero Gilgamesh. Vi sono stati altresì pensatori che si sono occupati di Fenomeni Paranormali come Platone che nel Timeo parla della Profezia o Cicerone che scrive un trattato sulla Divinazione. Pur essendoci delle osservazioni su tali fenomeni, tuttavia queste si possono considerare incidentali. Nel Medioevo forte è la presenza della Magia con i riti ad essa legati, nel Rinascimento si svolgono indagini a sfondo magico non prive di razionalità filosofica. Tra queste si possono citare quelle di Cornelio Agrippa e Paracelso. Rielaborazioni di tali speculazioni filosofiche vengono effettuate nel 1600 e nel 1700, eccezione sono le concezioni mistiche del veggente svedese Emmanuel Swedemborg.

(…) Ricerche sul paranormale sono condotte dai parapsicologi. La parapsicologia iniziò a utilizzare un approccio sperimentale già negli anni trenta con Joseph Rhine[11]. Tra gli anni cinquanta e gli anni settanta nacquero diversi centri di ricerca anche in seno alle università. Dagli anni settanta in poi la considerazione per le ricerche sul paranormale è andata via via scemando. Le ricerche furono considerate inconcludenti e i parapsicologi si trovarono di fronte la forte opposizione dei loro colleghi accademici[12] . Alcuni effetti che sembravano essere paranormali, ad esempio l’effetto Kirlian, scomparvero quando furono testati sotto stretti controllo[12]. Molti laboratori di ricerca statunitensi furono chiusi[12]. Dopo ventotto anni di ricerche il Princeton Engineering Anomalies Research Laboratory ha chiuso i propri laboratori nel 2007[13].

Paranormale e religione

Le differenze tra paranormale e religione vanno innanzitutto ricerca sul piano empirico: mentre le affermazione relative al paranormale si riferiscono al mondo fisico e quindi possono essere oggetto di indagine scientifica, la religione appartiene al mondo della metafisica e quindi non suscettibile di indagine[14]
Lo stesso atteggiamento soggettivo è diverso in relazione ai due fenomeni: davanti al rito religioso, ad esempio nella transustanziazione, nessun credente penserebbe che in tale rito vino e ostia si trasformino, per un qualche processo chimico, in sangue vero e carne vera, avendo il rito un profondo significato simbolico e trovando il proprio fondamento nella fede[14].
In taluni casi tuttavia possono esservi punti di contatto tra paranormale e alcuni fenomeni religiosi (cosiddetto paranormale religioso) come ad esempio i miracoli, in questi casi si tratta di fenomeni empirici (e come tali suscettibili di indagine scientifica) ai quali la religione attribuisce determinate cause e significati[15]

Presunti preconcetti sul paranormale e rapporto con la scienza

La scienza non accetta il paranormale perché è inspiegabile
Nel linguaggio corrente si tendono a confondere i fenomeni scientificamente non spiegati con i fenomeni paranormali.
Esiste invece una netta differenza fra questi due concetti. I primi sono quei fenomeni (biologici, fisici eccetera), osservabili anche in condizioni scientificamente controllate, ai quali però la scienza finora non è stata in grado di dare una spiegazione (per esempio: siamo in grado di descrivere i fulmini globulari e il loro comportamento, ma non sappiamo ancora spiegare il modo in cui si formano). I secondi sono invece fenomeni che nonostante le numerosissime affermazioni contrarie, non sono stati mai finora osservati in condizioni scientificamente controllate, soprattutto per quanto riguarda la ripetibilità degli esperimenti.
La differenza non corre affatto, come si crede spesso, tra fenomeni “non ancora spiegati” e fenomeni “inspiegabili tout-court”. È proprio l’osservazione di fatti veri non spiegati che ha sempre portato evoluzione nelle teorie scientifiche (si pensi ad esempio alle osservazioni che hanno portato alla formulazione della teoria della Meccanica Quantistica)[4].
Viceversa, numerosissimi fenomeni “paranormali” sono in realtà spiegabilissimi in base alle conoscenza scientifiche (e in certi casi anche banali trucchi di illusionismo). In genere, al crescere del controllo dell’esperimento per prevenire errori o frodi, i fenomeni paranormali diminuiscono di frequenza, fino a scomparire del tutto quando si applica un controllo scientifico rigoroso.
La differenza tra “scientifico” e “non scientifico” corre quindi tra fenomeni osservabili in condizioni scientificamente controllate, e fenomeni non osservabili in tali condizioni, e non tra fenomeni “spiegabili” e “inspiegabili”.

La scienza rifiuta ciò che non sa spiegare

Un secondo errore comune consiste nella credenza per cui la scienza rifiuta ciò che non può capire[4]. Al contrario, la scienza esiste per investigare esattamente quel che non si sa (ancora) spiegare. Lo scienziato che riuscisse a riprodurre un fenomeno di telecinesi, o di telepatia, o di precognizione, diverrebbe non solo famoso, ma soprattutto ricchissimo. Non è quindi credibile che esista, come affermano coloro che credono nel paranormale, una “congiura” fra gli scienziati per mettere a tacere i risultati favorevoli alle teorie parapsicologiche.
La tesi di chi crede nei fenomeni paranormali è che tra gli scienziati sia molto diffuso uno scetticismo aprioristico, ossia una tesi preconcetta secondo cui il paranormale non può esistere. Da parte loro gli scettici fanno notare[16] che su taluni effetti (ad es. “Effetto Marte” di Gauquelin) anche gli stessi paraspicologi (dopo anche 15 anni di studi) hanno dovuto convenire sull’assenza di fenomeni anomali. Più semplicemente la scienza non riesce a trovare alcun vero fenomeno paranormale da spiegare […] la telepatia, la psicocinesi, o la chiaroveggenza non sono ‘inspiegabili’, sono molto più banalmente non-accaduti, nel senso che tali fenomeni non si sono mai verificati in condizioni di controllo[4].
Fenomeni ed eventi considerati un tempo “paranormali” (come il fulmine) fanno oggi parte del campo di studio “normale” della scienza, mentre discipline che erano considerate un tempo assolutamente scientifiche sono passate nel campo del “paranormale” nella misura in cui non sono state più in grado di rispondere ai criteri minimi di verificabilità richiesti da nuovi concetti di scienza. Un esempio di tale tipo è l’astrologia.

La scienza rifiuta ciò che non si piega ai suoi metodi

La scienza non è il sapere tout-court, e l’epistemologia lo afferma con chiarezza. La scienza è una forma di sapere umano: quello che riesce a fondare le sue affermazioni su un preciso metodo, detto metodo scientifico, che richiede che un’affermazione, per essere considerata “vera”, sia tra le altre cose verificabile (e secondo Karl Popper, falsificabile).
Il problema con il paranormale sorge perché, secondo gli scettici, chi lo studia afferma di potere aspirare a una verità di tipo scientifico, senza però sottoporsi alle verifiche tipiche del metodo scientifico. Semplificando un poco, in un esperimento scientifico è sempre necessario riuscire a verificare:
(a) che una spiegazione più semplice di quella proposta non sia in grado di rendere conto del fenomeno (rasoio di Occam);
(b) che sia stato fatto tutto il possibile per escludere manipolazioni, contaminazioni, interferenze (anche e soprattutto involontarie e inconsce) da parte dei soggetti studiati e da parte degli studiosi stessi;
(c) che i risultati siano statisticamente significativi, ossia che avvengano con frequenza superiore a quella che si avrebbe in base al semplice caso;
(d) che i risultati siano verificabili da altri ricercatori (il successo costante di un unico ricercatore può essere dovuto a errore metodologico ripetuto, ma anche a truffa scientifica e manipolazione dei dati, più frequenti di quanto si pensi);
(e) che i risultati siano ripetibili (un singolo successo può essere dovuto al puro caso).
Fra queste altre caratteristiche la più importante è che il campo dell’esperimento deve essere chiaramente delimitato, e che va definito con chiarezza prima di iniziare l’esperimento cosa si consideri una “riuscita” e cosa un “fallimento” dell’esperimento stesso.
Nel caso delle ricerche sul cosiddetto “paranormale”, invece, spesso una, talvolta più di una, in qualche caso tutte queste regole non vengono rispettate. I tentativi che i ricercatori di estrazione scettica hanno fatto di porre in condizioni di controllo chi asseriva di avere poteri paranormali si sono, fino ad oggi, conclusi con l’assenza di risultati.
Secondo i sostenitori dell’esistenza del paranormale questo non implicherebbe che il paranormale non esista: potrebbe semplicemente darsi che gli esperimenti non siano ancora adeguati, esattamente come le onde radio esistevano anche prima che gli esseri umani fossero in grado di captarle e misurarle. Secondo tale tesi, se la situazione è questa, la scienza avrebbe bisogno di ampliare i proprio campo di conoscenze scientifiche per poter spiegare i cosiddetti fenomeni paranormali, inspiegabili secondo gli attuali paradigmi[5] .
Quanto detto fin qui, secondo i sostenitori del paranormale, non implicherebbe che i fenomeni paranormali siano “falsi” ma che non esistono le leggi scientifiche entro cui inquadrare un mondo reale, molto più vasto di quello compreso nei confini della scienza[17] o che comunque si tratterebbe di fenomeni per i quali l’indagine tramite metodo scientifico sarebbe inidonea e superata[17].
La tesi dominante tra i sostenitori del paranormale è che l’atteggiamento scientifico verso questo tipo di fenomeni dovrebbe essere oggi quella di apertura e non di tipo scettico, poiché, a detta loro, il termine “scettico” implicherebbe già di per sé un rifiuto aprioristico e un pre-giudizio, che sarebbe incompatibile con quello di imparzialità nella ricerca[18]. Viene tuttavia fatto notare che scetticismo, per definizione, significa proprio ricercare la verità in assenza di pregiudizi[19].
Viceversa, la tentazione di annacquare il metodo scientifico, diminuendo il livello e il rigore del controllo e delle verifiche fino a che si ottengono infine risultati, può solo portare discredito a questo campo di ricerca, come dimostra la circostanza che ad oggi il paranormale è ricompreso nell’area delle pseudoscienze. (…)

Fonte tratta da: wikipedia.org

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